La sterilizzazione è da sempre comunemente praticata nei gatti per ragioni differenti, la più importante è il controllo della popolazione felina, inoltre permette all’allevatore di eseguire un lavoro di miglioramento sulla razza, mantenendo integri solo i gatti destinati alla riproduzione e offrendo ai cuccioli “da compagnia” una vita serena.
Genera un miglior “confort” per i proprietari, permettendo di evitare lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie, tipo la marcatura urinaria dei maschi e a volte delle femmine, i litigi tra i vari esemplari, l’impulso di allontanarsi da casa alla ricerca di un partner sessuale e il bisogno, nel maschio, di avere un suo territorio.
Qualche anno fa si definiva “precoce” la sterilizzazione effettuata prima dei 6 mesi di età, ora si intende tale l’intervento effettuato tra le 7 settimane e i 3 mesi di età del cucciolo.
Già da tempo praticata nei gattili e presso le colonie feline, in seguito si è diffusa presso gli allevatori, all’inizio negli USA e poi largamente diffusa in nord europa. In molti stati è oggi obbligatorio sterilizzare gli animali destinati alle famiglie, lasciando la possibilità di vendita/acquisto di animali interi solo a chi in possesso della qualifica di allevatore. Dal 1993 sia l’American Animal Hospital Association che l’American College of Theriogenologists, dopo aver raccolto obiezioni e dubbi possibili, aver effettuato studi ed indagini specifiche in merito, hanno approvato il progetto a favore della sterilizzazione precoce (8/16 settimane).
In parole semplici, con il termine sterilizzazione precoce, si intende l’intervento chirurgico che si esegue prima dell’instaurarsi della capacità riproduttiva che può avvenire già a partire dal compimento del secondo mese di vita. Sebbene la sterilizzazione sia una delle più antiche procedure chirurgiche usate sugli animali domestici o da allevamento, c’è scarsa informazione scientifica riguardo all’età ideale per sterilizzare i gatti.
I gatti venivano sterilizzati solitamente a sei o sette mesi, sebbene molte gatte restino gravide prima di questa età e i maschi possano iniziare a marcare il territorio circostante già al quarto mese di vita con l’innesco ormonale.
I veterinari specializzati in questa tecnica all’avanguardia confermano che la sterilizzazione in giovane età, sia più facile rispetto a quella che avviene a sette mesi o oltre.
Questo è possibile grazie a procedure che consentono un tempo ridotto dell’intervento ed una maggiore visibilità delle strutture intra-addominali. I fattori come la diversa fisiologia respiratoria e cardiovascolare, il metabolismo farmacologico e la regolazione termica, devono essere tenuti in considerazione ma, in presenza di buone tecniche chirurgiche e cure pre-operatorie, i potenziali problemi vengono previsti e prevenuti. I gattini di giovane età metabolizzano in pochissime ore l’effetto dell’anestesia, non soffrono di stress post intervento, il sanguinamento è molto ridotto e il tempo di rigenerazione dei tessuti è minore rispetto a quello di cui ha bisogno un gatto adulto.
Facendo un paragone con il genere umano, per capire cosa significa, basti pensare alla differenza tra la rimozione delle tonsille effettuata su un bambino di tre anni, che dopo poco mangia un gelato, e l’esecuzione dello stesso intervento su un ragazzo di diciotto anni o più, che dopo qualche giorno ancora lamenta dolori e maggiori tempi di ripresa.
Contrariamente alle credenze popolari, la dimensione dei testicoli al momento della castrazione è indifferente. Se i testicoli sono destinati a scendere, lo faranno nelle prime tre settimane di vita e tecnicamente non c’è alcun motivo per cui la castrazione non possa essere effettuata al compimento del terzo mese. Anche l’intervento effettuato su una giovane femmina è preferibile in quanto sarà sufficiente solo una piccola incisione in addome.
I dubbi sollevati rispetto alla sterilizzazione precoce generalmente sono: problemi di crescita, obesità, alterazioni del comportamento e disfunzioni/malattie del tratto urinario inferiore.
Obiezioni comuni ma errate. Lo studio che indusse a sospettare una predisposizione alle ostruzioni uretrali o malattie delle basse vie urinarie nei gatti maschi risale ad uno studio errato e obsoleto (Engle, 1977). Nel corso degli ultimi 30 anni, evidenze scientifiche e l’esperienza clinica sono state le dimostrazioni che queste preoccupazioni sono infondate. È stato dimostrato che i disturbi del tratto urinario inferiore nei gatti maschi sono legati ad una notevole serie di fattori tra cui la dieta.
In uno studio dell’Università della Florida (Stubbs et al, 1996), i ricercatori hanno valutato la crescita scheletrica insieme ad altri fattori in 3 diversi gruppi di gatti: il gruppo di gatti sterilizzati a 7 settimane di età, il gruppo di quelli sterilizzati a 7 mesi di età, e il gruppo di gatti sessualmente integri. L’epifisi distale del radiale si salda normalmente dopo la pubertà, a circa 14-20 mesi di età. Si sospetta che gli steroidi gonadici siano necessari per facilitare la maturazione della cartilagine epifisaria. In questo studio, è stata osservata una ritardata saldatura della superficie distale del radio. Questo ritardo della saldatura è stata osservata in gatti sterilizzati in entrambi i gruppi: sterilizzati a 7 settimane e a 7 mesi. Tuttavia, questo non ha alterato la maturazione finale della lunghezza del raggio / ulna in modo che non vi era alcuna differenza netta tra i 3 gruppi di gatti.
Un altro studio sulla saldatura della fisi radiale nei primi gatti sterilizzati presso l’Università del Minnesota (Root et al, 1997), ha scoperto che la saldatura della lunghezza del raggio è maggiore nei gatti sterilizzati sia a 7 settimane e 7 mesi contro i gatti integri. Pertanto, sembra che l’intervento a tutte le età ritardi la saldatura della fisi, ma non la blocca in alcun modo. Piuttosto che causare una crescita stentata, al contrario, la sterilizzazione precoce o prima dei 7 mesi non modificherà la crescita.
Un aumentato rischio di fratture epifisarie è stato ipotizzato come possibile risultato di una sterilizzazione ritardata, questa ipotesi è stata avanzata basandosi sugli studi effettuati sui cani. Ad oggi non esiste alcuna evidenza scientifica che riporti questo fenomeno anche nei gatti, rendendo quindi nulla anche questa obiezione.
Un esame dell’Università della Florida, la profilometria della pressione uretrale, non ha evidenziato effetti negativi sulla funzione uretrale nei gatti sterilizzati precocemente. Diametro uretrali erano simili nei gatti di tutti e 3 i gruppi. Il pene può essere pienamente estruso in tutti i gatti sterilizzati in questo studio. I genitali esterni di gatti maschi e femmine in entrambi i gruppi di età sono rimasti infantili rispetto ai gatti integri (non sterilizzati).
In un altro studio nei gatti sterilizzati precocemente presso l’Università del Minnesota (Root, Johnston, Johnston, Olson, 1996), i ricercatori hanno scoperto che non c’era alcuna differenza di diametro uretrale (sia pre-prostatica e del pene) tra i gatti di tutti e tre i gruppi.
Uno studio del 2017 dell’Associazione Americana Medici Veterinari Specializzati in Felini (AAFP), la chirurgia in giovane età è priva di rischi a patto che i cuccioli abbiano almeno 6 settimane e pesino almeno 1kg. Hanno provato che i cuccioli sanguinano meno, il trauma ai tessuti è minore, hanno una migliore risposta agli antidolorifici, e avendo meno grasso corporeo l’operazione è nettamente più facile permettendo una migliore visualizzazione degli organi.
Una leggenda tutta italiana (dal momento che nella letteratura scientifica veterinaria nessun ricercatore lo cita o ne ha sospettato una implicazione) sconsiglia la sterilizzazione precoce a causa del timo, il cui ruolo nella vita fetale è quello di assicurare una corretta maturazione del sistema immunitario e le sue dimensioni si riducono man mano, fino a diventare, nell’età adulta, quasi indistinguibile dai tessuti connettivali circostanti. Il timo non ha alcuna relazione con le gonadi e gli organi sessuali, quindi affermare che la sterilizzazione precoce incide nello sviluppo del timo (che al contrario ha già terminato il suo pieno sviluppo) oltre ad essere una affermazione errata è indice di una scarsa conoscenza medico-scientifica e della volontà di screditare senza una ragione valida questa pratica.